Un Islam che cerca di sottomettere l’Europa da 1.300 anni con almeno quattro grandi tentativi tutti falliti. Ora il nostro Vecchio Continente è diventato “involontariamente” complice, soprattutto sul piano ideologico (quasi antropologico e religioso), della jihad che dissotterra ancora l’ascia di guerra.

Dopo l’ennesima overdose d’”informazioni” non stop, giorno e notte, sugli schermi dei vari paesi a proposito degli attacchi islamisti a Bruxelles, è necessario riflettere sulla poca capacità critica intorno a ciò che è successo. Capacità tragicamente insufficienti e deviate, mostrate ampiamente dall’intellighenzia soprattutto europea composta in gran parte da giornalisti, esperti e intellettuali.
Innanzitutto questa penuria intellettiva e morale si è manifestata sull’entità stessa della guerra jihadista. Questa non appare ai loro occhi per la cultura di morte di molto lunga durata nella quale essa ha già strutturato il suo sviluppo. Si tratta infatti di un terrorismo tanto massivamente assassino quanto ideologicamente primitivo destinato intrinsecamente a vivere in modo parassitario nella nostra grassa civiltà e democrazia. In effetti, che ci si ricordi che è dall’epoca di Carlo Martello, nell’ottavo secolo, che i musulmani cercano di sottomettere l’Europa cristiana. Ma hanno solo accumulato pesanti sconfitte nelle battaglie storiche a partire dal primo secolo della fondazione del loro Islam: a Poitier nel 732 dC, a Otranto nel 1480, a Lepanto nel 1571 e alle porte di Vienna nel 1683. Ed ora, siccome l’immigrazione dei musulmani nelle due ultime generazioni apparentemente pacifiche, è sempre più diventata di dimensioni relative ad una invasione non veramente integrata (oltre che non integrabile), il problema è giunto ad un livello acuto al punto che anche l’attuale terrorismo presenta un carattere più religioso e sociale che veramente militare ed economico. La crisi economica europea che – non avendo ancora capito che le sue cause sono dipendenti dalla denatalità occidentale dagli anni ’60 e dai giganteschi, oltre che non rimborsabili, debiti statalisti (messi sul gobbone della generazioni future) – non fa che aggravare la radicalità e la durata crudele di questo terrorismo. Esso potrà solo svilupparsi anche se strategicamente è perdente. E questo malgrado l’edonismo europeo progressivamente straccione stia riducendo la ricchezza continentale (molto attirante per le popolazioni musulmane, in sovrappiù in guerre intestine nei loro propri paesi). Tutto questo è fondamentalmente incompreso o ignorato dai commentatori abusivamente titolati nei nostri paesi dominati dall’ideologia nichilista del “pensiero unico”.
Secondariamente, questa incapacità critica generale riposa sulla paradossale e fatale complicità della nostra cosiddetta “società dell’informazione” che solo può amplificare  e mistificare ogni azione terrorista al suo livello supremo di spavento. Essa non può che incoraggiare i piuttosto anonimi e impotenti terroristi a perseguire nei loro desideri, alimentati da una religione fondata esclusivamente sulla conquista del potere, dunque perdente e umanamente sempre fallimentare. Questa sconfitta strutturata è infatti permanente, anche con successi apparenti. La complessità infinita dell’umano – impersonificata per esempio dall’ontologia irriducibile della donna e della sua libertà (pure dell’uomo, naturalmente) – è segno della rovina inevitabile di questa “religione” intrinsecamente totalitaria e violenta: con la sua crudele e inaccettabile sharia (non riformabile per definizione)!

Ma c’è anche un terzo punto riguardante la nuova pochezza dell’attuale civiltà occidentale che sta negando, sempre più, i suoi principi fondatori da almeno due secoli e mezzo. E di cui essa non ha nemmeno abbastanza (e in sua gran parte) coscienza. Questo terzo punto, evidentemente, è totalmente mancante all’analisi e alle valutazioni dei numerosi commentatori protagonisti, chiamati “esperti”, della detta overdose tanto vasta quanto superficiale. Cos’è allora questa pochezza contro natura? L’evidenza più semplice e diretta per ogni uomo è il fatto che ciascuno può constatare che la vita di cui dispone è un dono ricevuto gratuitamente e che lo situa come una creatura totale. Ma questa definizione implica immediatamente ed intrinsecamente che un Creatore esista ben in azione. La qual cosa è tuttavia in antagonismo con la negazione abituale prodotta dal “pensiero liquido” contemporaneo in rapporto all’Essere, inevitabilmente trascendente! Ogni argomentazione sui fatti della vita, dunque del terrorismo, non può essere amputata della sua parte più essenziale. Quella della spiritualità giudicata invece impalpabile, dunque positivisticamente inesistente per la visione nichilista dominante! L’overdose di bla bla falsificante radiotelevisivo e di tutti i media può solo svolgersi all’interno delle affermazioni limitate alla pura fattualità più apparente. E fatalmente superficiale: da cui la noia della ripetizione inutile e sovrabbondante, anche inevitabilmente riempita di tutte le stupidità dell’opinionismo massificato e relativista. Questa pochezza quantitativamente e qualitativamente insopportabile non può che rendere, nella sua apparenza, più grande l’entità dell’avvenimento terrorista. Il quale è – va da sé – grave, gravissimo, per i numerosi morti e feriti che provoca. Anche alla cieca, come prova finale dell’ideologia mortifera dell’islamismo, attualmente ancora di tutto l’Islam: compresa la quasi la totalità dell’Islam detto anche moderato e dormiente.

Così l’annichilimento perseguito dei contenuti e de valori cristiani, che hanno sempre reso l’Occidente pacificamente vincente in rapporto a tutte le altre civiltà, stanno anche elevando il “messaggio” pseudo religioso di cui si vantano questi insignificanti ma sempre terrificanti terroristi. In un mondo che afferma relativisticamente che la verità non esiste, che il progresso è dipendente dallo sviluppo scientista della tecnoscienza e che l’umanità ha solo bisogno di rifondarsi sui principi atei dei “diritti per desideri individuali” (del tipo gender e LGBT), succede che uomini che non esitano troppo a sacrificare la loro vita come kamikaze fanno riflettere almeno sulla vita terrena rispetto a quella celeste (forsennatamente negata generalmente dagli attuali occidentali). E questo anche se i terroristi sognano di numerose vergini consacrate al loro sesso con cui copulare nel Paradiso di Allah come premio schiavistico di un martirio deliberato durato il tempo di un click esplosivo!
Quando si è eliminato il Dio vivente e misericordioso dall’universo umano – in modo anche laicisticamente violento e costrittivo – per cui Egli si è incarnato e s’incarna nella continuità, pure un assassino plurimo e ideologicamente anonimo può assurgere al livello di un ideale esistenziale.
Ecco dunque la squallida e miserabile sorte verso la quale sembra essere votato il nostro mondo sotto la direzione di rinnegati della loro grande e veramente salvifica Tradizione.
Per tutto ciò, Gesù è ancora resuscitato. E per salvarci tutti.

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