Il Logos, la parola di Dio e le sue leggi, non sono in contrasto con la natura fino alla sua logica anche formale. Da quando gli uomini hanno iniziato ad abbandonare la razionalità in nome del razionalismo autosufficiente, anche il Signore onnipotente è diventato per certuni oppio dei popoli oppure è ritenuto indifferentemente morto.

Gli uomini, in preda al loro fatale ed intrinseco individualismo narcisista, diventano sempre più pazzi, irrazionali e divisi. Si finge o si ha l’aria di meravigliarsi leggendo per esempio i quotidiani ma, come la saggezza popolare lo dice da millenni, “tutto questo è già scritto nel cielo”.
Fine agosto ho assistito al dialogo senza dubbio più importante, mirabilmente condotto da Monica Maggioni, bella e intelligente presidente RAI, svoltosi al Meeting di Rimini tra monsignor Carron, capo di Comunione e Liberazione, e l’ebreo americano professore in varie università del mondo, Joseph Weiler. Il tema era stato fissato intorno alla libertà nell’incontro di Abramo con Dio e il suo monoteismo paterno. Se oggi possiamo parlare di libertà e di civiltà occidentale è che quest’incontro biblico ne ha contrassegnato le fondamenta e i primi materiali. Prima di questo evento storico e fondativo detto dell’Alleanza tra Dio e l’uomo, il concetto stesso di libertà globale e totale non esisteva e non poteva esistere. I popoli pagani o politeisti vivevano il primigenio senso religioso intrinseco alla loro natura in modo coatto, fatalmente subordinato e inevitabilmente predestinato. È con il Dio di Abramo, il nostro Creatore trinitario dei cristiani, che l’uomo è potuto entrare nell’universo della libertà.
La parola di Dio rivolta agli uomini – contrariamente alle altre trascendenze culturali delle civiltà precedenti o contemporanee –  rendeva veramente liberi per la prima volta: con una proposta vitale e escatologica che presupponeva lo specifico assenso, o rifiuto, degli uomini. La loro indispensabile ed esplicita libertà, per l’appunto. Poi, Gesù Figlio di Dio giunse anche a lavare loro i piedi in quanto suoi seguaci comunitari, non meno che molto meditativamente scandalizzati. E a morire per loro inchiodato sulla croce tra lo sgomento del tempo, incredulo (come oggi) di vedere Dio fatto uomo insultato, toturato e condannato a morte! La logica del Creatore umiliato, morto e Risorto per la salvezza eterna dell’uomo e del mondo ha fondato la civiltà occidentale – ma universale! – cui anche le altre corrono appresso o devono inevitabilmente confrontarsi; sebbene anche ribellandosi oppure addirittura perseguitandola. Tutta la sapienza umana e creaturale scaturita dall’annuncio della Buona Novella nella storia antica e moderna ha forgiato la cultura incarnata detta civiltà cristiana. Essa ha vivificato e conferito senso globale e eterno all’umanità e alla natura rivelandone la struttura divina e sapienzale.

La nostra epoca, sazia e indolentemente arrogante, cerca di rivoltarsi – non senza apparente successo – a tutta questa ricchezza incomparabile, giungendo a voler capovolgere tutto. Il prezzo limite di cotanta libertà responsabile acquisita ne è l’assurda ma legittima ribellione. Stiamo esperimentando nelle nostre società dette in “crisi” globale (culturale, economica e pure antropologica) la decostruzione sistematica di quasi tutti i contenuti di ciò che è sempre stato chiamato il logos, la ragione divina dell’Essere. C’è una fatica, la fatica del vivere, il “lavorare stanca” di Pavese dove ”lavorare” è riferito non solo alla produzione di beni e servizi economici, ma all’attività globale dell’esistere, del collegare alto e basso. In primis, quella di essere, nel cercare, di essere creatura: onesta e autentica creatura nella vocazione intrinseca di ciascuno. Di fronte all’assalto satanico di tutte le distorsioni e falsificazioni delle ideologie del nostro mondo, bisogna continuamente essere coscienti e ricercare attivamente la creatura nella vocazione di ciascuno. Un lavoro enorme, il vero e prprio lavoro degli uomini! E siccome si è abituati a non voler lavorare, non pensare troppo, a non ricercare la faticosa verità e ad applicarla onestamente in tutta semplicità, si ha tendenza a trovare la facile (falsa)soluzione nel cosiddetto “pensiero unico”, preconfezionato e naturalmente massificato nel  –  va da sé  – semplicismo superficiale. Invece la vita è come sempre semplice, ma complicata da queste ideologie inevitabilmente errate e cervellotiche del nichilismo modernista. Questo bisogna continuamente identificarlo  e combatterlo per non esserne travolti sia sul piano personale, famigliare e anche su quello sociale e politico. Queste tre dimensioni costituiscono quelle dell’esistenza. Non è possibile rifiutarne alcuna, pena esserne ridotti e mutilati. É per questo che si deve lottare, anche strenuamente, sul piano sociale e non solo privato. Gli spiritualisti intimisti sono riduttivamente handicappati quasi quanto i politicisti superficialmente materialisti che pretenderebbero reinventare il martello. I militanti gender, per esempio, impazziscono dietro la ricerca di impossibili soluzioni vere conseguenti alla loro follia originaria in cui concepiscono, nella categoria “diritti”, ciò che sono solo “desideri” (oltretutto patologicamente immaginati o privilegiati).

È la rottura con la tradizione la base di questo errore generativo di innumerevoli altri. Come base, c’è l’idea eternamente utopistica che per essere rivoluzionari occorre fare prima piazza pulita di tutto e reinventare anche l’acqua calda, per esempio, del genere naturale espresso, semplicemente, nei due sessi.
I problemi dei quattro temperamenti anche definiti da Aristotele (politico-associativo, economico-valutativo, scientifico-intellettivo e culturale-normativo), delle tre dimensioni esistenziali (al limite, nella continuità e nel momento), dell’intimo, del privato e del pubblico… vanno tutti affrontati, beninteso. Ma nella continuum e non nella sempre apparente discontinuità, fatalmente cervellotica e modaiola, della creazione infondata!
Qual è il ruolo dei cristiani e, in special modo, dei nonni in questa temperie di problemi da risolvere?
Tradizione, ricerca innovativa e dialogo: nulla di vero si inventa senza continuità e senza essere ben ancorati alla grandiosa sapienza del patrimonio culturale e religioso: religioso nel senso del tutto “religato”, collegato alla storia e alla contemporaneità.

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